
Dai risultati di uno studio scientifico pubblicato su BMJ Occupational and Environmental Medicine è emerso come l’inquinamento incida sull’infertilità maschile.
L’esposizione a lungo termine al particolato modifica la forma degli spermatozoi fino al 26% della popolazione esaminata.
Un gruppo di scienziati guidati da Xiang Qian Lao, del Jockey Club School of Public Health and Primary Care della Chinese University di Hong Kong, hanno esaminato l’impatto dell’esposizione a breve e a lungo termine al particolato PM2,5 presente nell’inquinamento atmosferico, costituito da particelle così piccole da riuscire a penetrare in profondità nei polmoni e di giungere persino nel flusso sanguigno.
Lao e colleghi hanno valutato e analizzato i risultati di esami di circa 6.500 uomini dell’isola di Taiwan di età compresa tra 15 e 49 anni che erano stati sottoposti ad esami medici tra il 2001 e il 2014 che esaminavano la qualità del loro sperma (numero totale, forma/dimensione, movimento). I livelli di PM2,5 ai quali erano esposti gli uomini arruolati per questo studio, sono stati stimati in base all’indirizzo di residenza di ciascuno, per un periodo di tre mesi e per una media di 2 anni, utilizzando un nuovo approccio matematico combinato con i dati satellitari della Nasa.
I risultati di questo studio hanno evidenziato che ad ogni aumento di 5 µg/m3 (microgrammi per metro cubo) di PM2,5 corrispondeva un leggero aumento della concentrazione di spermatozoi, mentre il rischio di avere uno spermatozoo dalla forma anomala aumentava del 18% con l’esposizione a breve termine e del 26% con l’esposizione a lungo termine.
Gli scienziati spiegano questo aumento della concentrazione degli spermatozoi come un processo compensatorio per riparare mutamenti morfologici. Gli autori dello studio precisano che questo è uno studio osservazionale e quindi “non è possibile trarre conclusioni definitive” su causa-effetto. Molti sono ancora gli aspetti da chiarire riguardo l’impatto dell’inquinamento atmosferico sugli spermatozoi e quindi l’infertilità, ma gli scienziati chiedono misure globali per ridurre al minimo l’impatto dell’inquinamento sulla salute riproduttiva.
Fonte: Quotidianosanità.it
http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=56918